Cern: sulle tracce della particella di Dio
ll Cern di Ginevra ne dà notizia: due esperimenti condotti da ricercatori italiani all'interno del noto istituto e per mezzo dell'acceleratore di particelle Large Hadron Collider (Lhc) danno le prove che il bosone di Higgs, la cosiddetta "particella di Dio", è stata avvistata. I dati parlano di un avvistamento della particella tra i 124 e i 126 miliardi di elettronvolt (GeV), ciascuno con un margine di errore molto piccolo. Certo non si tratta di un risultato inconfutabile, spiegano i ricercatori che hanno condotto lo studio, ma sicuramente non si è mai andati così vicino all'obiettivo, un obiettivo che la fisica sta percorrendo da circa quarant'anni.
Cosa succederebbe se i dati venissero confermati? Si tratterebbe, spiegano gli scienziati, del tassello mancante del modello standard della fisica contemporanea. Quello che spiega l'esistenza della materia. Dal raggiungimento di questa conoscenza si potrebbe poi procedere allo studio di particelle per ora ancora sconosciute, quelle che compongono la materia oscura. Quest'ultima, ricorda il fisico Hal Puthoff nel documentario Something Unknown, è più del venti per cento dell’universo. Sommata all'energia oscura, che costutiusce circa il settanta per cento dell'universo, ci indica come la parte di realtà che conosciamo è ancora molto, molto ristretta.
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